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Restauro della biblioteca comunale di Monterotondo

Nel corso della cerimonia di presentazione dell’intento di riqualificazione finanziato, ha preso la parola insieme agli altri politici, il Presidente dell’Area metro Pierluigi Sanna.
Intervento il suo che dopo aver illustrato lo scopo del finanziamento, volto ad una sempre migliore fruizione di ambienti di cultura e studio propri di una biblioteca storica come quella della città di Monterotondo, si è tolto il “sassolino” dalla scarpa.

L’abolizione delle provincie ha detto non è stato un atto felice, si è creata infatti una cesura tra amministrazione complesse e burocraticamente farraginose come quelle dello Stato in primis, ma anche quelle regionali, con il cittadino.
I disbrighi di competenze pratiche sono poi di fatto finiti a gravare sull’organismo delle Aree metro che di fatto le hanno sostituite, ma senza averne strutture adeguate, tant’è che i consiglieri d’area metro (sindaci o consiglieri comunali dell’area provinciale della capitale o dei capoluoghi di provincia), su cui gravano i compiti organizzativi e propulsori, sono “volontari” che non percepiscono nulla.
Aree metro peraltro ancora organismi non assimilati dal cittadino medio ed elettore che neanche sa cosa siano.
Le riforme che tendevano ad abolire gli enti inutili hanno tagliato un ramo dell’amministrazione pubblica su cui erano poggiati compiti istituzionali di disbrigo di primaria importanza. Queste le parole condensate del vicesindaco metropolitano.

Il vecchio redattore a ciò chiosa, come il “giovane” presidente d’area Sanna non fosse politicamente attivo ai tempi dell’allora Provincia romana sovraffollata di suoi colleghi in cerca di “sistemazione” e dirigenti e impiegati a josa ed in soprannumero infilati clienteralmente dai partiti.
E per non parlare quindi della relativa “burocrazia” naturalmente imperniata.
L’area metro ha infatti la sua forza nella manovrabilità immediata, priva com’è ad ora di dirigenti, commissioni, sottocommissioni e immancabili uffici P.I. (praticamente inutili).


Alla ricostituzione delle province si riformerebbe un “carrozzone” di “distribuzioni spartitiche” il cui compito precipuo non sarebbe certamente quello del rapporto diretto con il cittadino, ma quello di mantenersi e basta.
E il suo presidente non potrebbe, come ha dimostrato sequenzialmente Pierluigi Sanna, alzarsi la mattina ed erogare ed applicare risorse dirette ai bisogni e alle aspettative di un territorio.
Ci vorrebbe, se come pare, ci fosse l’intento di modificare l’attuale struttura del Consiglio di Area metropolitana che rimanesse, con qualche aggiustamento, così com’è, proprio e affinché tutto cambi!

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