Interviste 

Il Comune. Commissariato. Fiano Romano

L’intervista ovvero “mi hanno sfiduciato per loro motivazioni nascoste”

Davide Santonastaso Sindaco sfiduciato contro tutti: vado da solo con la mia lista, con la mia gente lontano da certa politica e accordi, e nella mia lista ci sono uomini e donne che possono essere di sinistra o di destra, con le loro idee, ma soprattutto con preparazione ed onestà, ed insieme ce la faremo.

Davide Santonastaso come è giunto alla politica?
Ma io sono cresciuto da bambino con la politica in casa: con mamma che ha sempre lavorato con il Pci, con i Ds, a Via delle Botteghe oscure, a via dei Frentani e quantaltro, con mio padre che si è sempre occupato nel sindacato con la Cgil. Sono cresciuto in un ambiente dove se ne è sempre parlato e quindi ho maturato questa passione: rappresentante di classe, di istituto, della consulta provinciale, il consigliere della facoltà di giurisprudenza, il senatore accademico; insomma da sempre la passione politica e l’istinto di mettermi al servizio del bene comune e rappresentare i diritti di quelle persone che stavo rappresentando. L’ho fatto nella scuola nell’università e poi nella società con la mia prima candidatura a consigliere comunale a 23 anni, senza l’egida di alcun partito e supportato da una serie di associazioni e fui se non erro il quarto per numeri di voti presi in città (Fiano – n.d.r).
Il suo percorso ideologico precipuo?
Guardi la mia prima tessera è stata quella della sinistra giovanile democratici di sinistra – n.d.r.) nella fase in cui si stava costituendo il Pd, e ne sono praticamente entrato ed uscito (dai Ds, nel Pd non ci sono MAI stato) in quanto non condividevo i programmi del costituendo partito ed entrai in Sinistra democratica che era una corrente capeggiata da Mussi unitasi alla lista Sinistra e libertà di Nichi Vendola (politico di Sinistra Italiana), e confluita nel 2009 in Sinistra Ecologia Libertà. Ne feci il percorso, se vogliamo oggi assurdo, poiché credevo fermamente che l’Italia avesse bisogno di una sinistra vera, che non fosse minoritaria ma fosse di governo. Ho sempre infatti pensato che solo stando o agognando al governo del Paese si potessero modificare le cose. Dopodiché e dal 2015 non ho in tasca alcuna tessera di appartenenza, poiché, e mantenendo le mie idee di sinistra, non mi riconosco in un’alcuna forza politica attuale.
E allora mi parli del cammino fattuale e non ideologico, nel senso stretto, per giungere alla carica di sindaco.
Premetto che è stato un lungo percorso e, non appartenendo a forze politiche strutturate in partiti, non sono stato né proposto né preposto da alcuno. Il mio percorso è stato lungo (per una cittadina di 10 mila abitanti – n.d.r.) dai 23 ai 28 anni mi sono fatto, diciamo la gavetta, facendo il consigliere comunale con delega alla cultura e all’associazionismo e alle politiche giovanili.
In che lista?
Guardi, e per comuni al di sotto dei 15 mila abitanti con una lista civica, di fatto di centro sinistra .Quindi dal 2006 al 2011 con sindaco Tarquinio Splendori ho fatto il consigliere comunale, quindi dal 2011 al 2021 sono stato per due legislature con Ottorino Ferilli, suo vicesindaco ed assessore alla scuola ed allo sport. Nel 2021 sulla scorta dal fatto che v’era una maggioranza uscente; un anno e mezzo prima della scadenza elettiva, io avevo chiesto una riunione alla presenza di Ottorino Ferilli e gli assessori Nicola Santarelli ed Eleno Mattei (passati nel tempo e individualmente: dal Pd a “Liberi ed uguali di Bersani” e poi ad “Articolo uno” per poi riconfluire nel Pd – n.d.r.), Santarelli è sempre rimasto nel Pd, gli altri due prima in liberi ed uguali di Bersani e successivamente in articolo uno dissidenti Pd. Esprimevo loro la mia volontà di candidarmi sindaco, dicendo subito che certamente la mia proposta avrebbe potuto essere anche all’interno della sinistra, non accettata da tutti, quindi proposi di fatto che si andasse a delle primarie di coalizione. La risposta di Santarelli e quindi del Pd fu alla “marchese del Grillo… noi siamo noi e tu… perché io ero un civico e non avevo una rappresentanza. Peccato per loro, che oltre ad essere vicesindaco ero stato il più votato alle elezioni precedenti. Inizialmente Ferilli non si era pronunciato sulla mia candidatura, ma successivamente ad attacchi politici strumentali sulla scuola per i quali fu indetto anche un consiglio straordinario, decise di sostenere la mia candidatura. Successe allora che il Pd, che aveva il suo candidato in Santarelli, mi chiamò proponendomi delle primarie che ovviamente non avevano più alcun senso. Rifiutai dicendo loro che era un anno e mezzo che le chiedevo e che mi ero rivolto anche ai vertici del loro partito senza che ne avessi il minimo riscontro. E a quel punto ognuno avrebbe concorso per se. Il Pd si presentò con una lista comprensiva di Azione e Italia viva; con un’altra: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ed io con una mia lista, veramente civica, che si chiamava Fiano 20-30 e che aveva preso il titolo dall’Agenda delle Nazioni Unite per i principi che conteneva e che trasferimmo nel nostro programma elettorale e sul territorio. Con quella lista vincente, che prese da sola il 50%, mettemmo all’opposizione e la coalizione ufficiale di sinistra e quella di destra e andai a governare la città.
E a questo punto le chiedo: che cosa ha generato la crisi con la sfiducia, chi è che ha fatto e che cosa?
Guardi se lei pensa che dietro questa crisi ci siano state delle cause politiche, amministrative le dico subito di no, altrimenti nei tre anni di legislatura passata avrebbero dovuto esserci scontri, interpellanze e quant’altro, oppure nell’ultimo periodo un fatto scatenante come può succedere, un fatto dirimente che porta alle scissione. Le posso assicurare che invece ci sono stati alcuni della mia maggioranza, riunitisi in segreto, che sono andati dal notaio per ambizioni personali di qualcuno e che ciò ha esulato dal mio governare, tra l’altro e nei fatti sempre appoggiato e sostenuto.

Si, va bene, lei mi dice ciò, ma i suoi antagonisti hanno parlato di “uomo solo al comando” che non ha voluto rapportarsi ed ascoltare le altre voci ed istanze della sua compagine governativa. O le contrapposizioni riguardano e nello specifico scelte di livello oltreché sociali (lo sono peraltro tutte a livello politico) di tipo prettamente economico coinvolgenti magari interessi affaristici specifici di parte?
A me sinceramente l’uomo solo al comando fa ridere, se ho un difetto è l’eccessiva democraticità e il mio percorso “ideologico” negli anni nel non adagiarmi comodo in una parte (grande: il Pd, già strutturato, organizzato e che mi avrebbe sostenuto) lo dimostra. Quando devo prendere istituzionalmente una decisione importante a me piace condividerla con tutti coloro che mi possono coadiuvare ed assistere, ma anche contrariare e criticare. Ed io sono felice che intorno a me abbia persone che possono surrogare ai miei sbagli od alle mie errate convinzioni e mi sento, creda, più forte e sicuro nelle scelte così ponderate. Le critiche mosse riflettono poi una sorta di illogicità: “uomo solo al potere, mancanza di politici” e aggiungo io l’altra critica con il troppo potere dato agli amministrativi. “E allora delle due l’una, o il comando solitario, o il delegare ad altri la funzione. Da queste incongruenti motivazioni il ritorno a quanto detto sulle vere motivazioni. Che sono le uniche e che naturalmente nulla hanno a che fare con il buon o meno governo della città. Quel “qualcuno” con ambizioni politiche estese e che ha variegatamente saltato confini, sbarramenti per assurgere a più alti livelli politici, una volta diciamo fallite le sue mete e ritornato a Fiano è chiaro che qui dove è nato, cresciuto e ha – lo dico chiaro – ben operato in passato, ha ancora la sua forza e il suo motivo politico d’essere. Ora e così spero che tutti, tutti lo capiscano appieno ecco, semplice e non fatua la ragione vera della mia sfiducia. Tutto andava bene, i programmi enunciati e nella campagna elettorale e nel proseguo di coalizione rispettati all’80 per cento dopo solo 3 anni di amministrazione e che andavano avanti in concordia e senza impedimenti. Il continuo della legislatura e senza scossoni di sorta cosa avrebbe chiarito alla sua fine nel 2026? Che un buon sindaco che ha rispettato insieme alla sua coalizione gli impegni e concluso le opere sia da Pnr, sia le altre è naturale ponga in essere le basi per un secondo mandato, che nessuno né a rigor di logica, né a livello politico potrebbe eccepire. Nessuno a cui stia a cuore veramente l’amministrazione delle persone, del popolo.
Nessun altro interesse… economico intendo?
No, non lo penso, anche se si sono sviluppati grandissimi interessi economici: il costruendo grande centro Amazon con tutto ciò che comporta a livello occupazionale di indotto e di prospettiva economica. La variante urbanistica “il Pero”, qui all’ingresso della città, che è un altro sviluppo e sinergico a livello di servizi, artigianale, commerciale e occupazionale. Inoltre abbiamo sbloccato con provvedimenti ragionati una serie di terreni periferici e già atti ad essere urbanizzati, dando loro un assetto di tipo commerciale organizzati. In questi altri due anni e mezzo che avrei governato, certamente c’era “tanta carne al fuoco” da gestire.
Quindi lei mi sta dicendo di non aver fatto alcun errore di sinergia con la sua coalizione e che tutto è dovuto ad “ambizioni personali”.
Gli errori li compiono tutti ed anch’io ne avrò fatti. Le interpretazioni da me addotte su determinati svolgimenti possono non essere quelle degli altri, ma non così gravi da far commissionare un comune con enormi danni da vedere nel fermare tutti i procedimenti lavorativi e di “cantiere” in corso; perché il commissario nominato in una situazione poi non di illiceità amministrative o di tipo delinquenziale-mafioso, ma per una sfiducia, non ha per ruolo che quello unico del procedere all’ordinaria amministrazione e al prosieguo di servizi e lavori già contrattualizzati senza atti di ulteriore sviluppo socio-economico. E negando nel modo più assoluto una mia presunta non collegialità, ricordo che Ottorino Ferilli era la prima persona con cui andavo a condividere i miei dubbi e le mie preoccupazioni e tutte le questioni amministrative importanti, perché ritenevo giusto concordarmi con il mio passato sindaco ed in più diciamo capofila politico dei miei alleati. Era un mio sostenitore e con lui ho condiviso tutto. Ma su Ferilli e il suo modo di fare politica è bene dettagliare altrimenti non ci si può spiegare a fondo: avendo fatto due mandati non ci si può ricandidare se non dopo un intervallo di due anni e mezzo, quindi come tempistica; in estate (2024) Ferilli diventa ricandidabile, a Settembre da le dimissioni come assessore e ad Ottobre viene creato un nuovo gruppo consiliare a mia insaputa, perché io l’ho appreso da una lettera al protocollo, e diverso dal gruppo di maggioranza in cui stavamo tutti insieme, nonostante, al primo consiglio utile e ad un mese e mezzo prima di presentarsi al notaio per gli atti inerenti la mia sfiducia, questo nuovo gruppo dichiarava “la massima fiducia” al sindaco e alla giunta! E a dicembre i fatti. Riassumo, e come enigma del nodo politico intercorso, che Ottorino Ferilli un anno e mezzo fa (dopo aver salutato i suoi trascorsi in altri partiti) entra nella segreteria regionale del Pd e si iscrive unitamente al partito la consigliera Fatima Masucci e l’assessora Vittoria Iannuccelli tutti di maggioranza. Quindi io vivevo una situazione strana avevo membri del Pd sia nella giunta che all’opposizione! Dei cinque dimissionari della maggioranza quindi tre erano passati al Pd uno probabilmente vicino e l’altra assessora di orientamento di centro destra ultimamente verso Forza Italia avendo cominciato una campagna di tesseramento per il suddetto partito in previsione della prossima campagna elettorale.
Concludiamo, quindi non avendo fatto errori di non sinergia o di tipo personale con la sua giunta pensa che sia incorso in una, la parola è teatrale,congiura?
Si, probabilmente ricostruendo i fatti e leggendoli a posteriori chiaramente è questo perché se non ci sono intercorrenze e problematiche a livello politico amministrative si tirano fuori problematiche di tipo personale. Guardi che con sindaci, sia Splendori sia Ferilli, si litigava e di brutto sulle questioni serie ma alla fine i lavori procedevano, ci si capiva e nessuno è mai andato dal notaio. Quindi non essendoci stati elementi gravosi tali che sarebbero senz’altro usciti alla luce, è chiaro che la questione era stata discussa e gli atti preparati in luoghi lontani e dalle pubbliche ed onorate sedi e persino dai cittadini.
E veniamo a ciò che voglio sapere io ma credo anche un po’ tutti? Sfiduciato e sulla carta minoritario, cosa vuol fare oltre a suonare le campane a raccolta per il popolo, come ha già fatto per l’adunanza al castello comunale del 1 febbraio (2025), si difenderà ad oltranza con la sua gente o pensa (lei sa che la politica è fatta sopratutto di compromessi, adattamenti, equilibri più o meno sostanziali) ad un accordo, viste le forze politiche espresse in campo sinora, che non le consentirebbe di fatto anche se nuovamente eletto “coram populo” un percorso politico fattuale. O pensa di rivolgersi a forze di altro schieramento politico? Su questo può e la capirò anche non rispondermi.
Questa iniziativa dell’adunanza al castello non è stata fatta per campagna elettorale, no, ma perché neanche i cittadini hanno capito cosa sia successo e non ho potuto neanche io spiegarglielo quando me lo hanno chiesto. Le voci non identificate ma solerti nella loro diffusione parlano di bilanci non troppo conseguenti, ma uno degli assessori dimissionari era al Bilancio della città da otto anni quindi… un’altra voce è quella della Socialpharm una questione partita con la precedente amministrazione Ferilli e su cui stavamo tutti lavorando in accordo. E allora rimangono la mancata collegialità, la mancanza di politica e che cosa sono? se non blandi pretesti che non possono attenere una crisi con sfiducia che è cosa grave o perlomeno importante e che genera oltre ai detti danni alla città, anche un tradimento da parte della politica verso i cittadini che dalla mattina alla sera e per generazioni hanno amato costruito e vissuto in un territorio, guidati dai loro eletti. Ho chiesto invano incontri per scongiurare il dissidio e quale esso fosse e anche con un moderatore terzo alla bisogna. Si mandava una diretta streaming con tutti gli ex amministratori e si dirimeva la questione, non mi hanno preso nemmeno in considerazione. Mi metterò quindi di fronte al popolo assumendomi l’onere di spiegare, come faccio con lei, quello che ho capito e quello che mi è rimasto oscuro. E le rispondo anche sul resto. Sarò chiaro, farò insieme agli amministratori che mi sono rimasti vicino che, tanto peso hanno avuto sul mio mandato, una lista civica sul modello Fiano 30 che si è dimostrata valente nell’interpretare le istanze ed i bisogni del territorio. E qui si assottiglia a livello locale anche la differenza tra l’essere di destra e di sinistra in quanto vi sono e qui, le aspettative di vita reale per i propri bisogni: scuola, trasporti, commercio, verde, parchi, sanità, benessere e proseguo per i figli. Queste sono le realtà e svolgerle bene presuppongono programmi chiari, scelte oculate, tutele degli interessi dai primi agli ultimi che sono per tanti motivi rimasti indietro. Questo vuol dire l’amministrare e non mi pare che chi lo svolga bene possa essere tacciato di essere di destra o di sinistra, perché vede le passioni e le ideologie sono e permangono dentro noi, l’operare a volte richiede lo stornare i sentimenti e rivolgersi alle altre istanze che provengono dai bisogni e dalle aspettative di altri che magari hanno altre idee altri riferimenti politici o ideologici, ma sono gente, cittadini che abbiamo il compito ed il dovere di soddisfare, aiutare, assicurare. E di destra o di sinistra ciò? Penso semplicemente che il giusto e le cose giuste insegna la storia appartengono agli uomini che tali si ritengano e che tali operino. Una lista civica, la mia alleanza con la gente con il popolo stanco di tante persone, e lungi da me l’idea di denigrare le amministrazioni che mi hanno preceduto e con cui ho collaborato perché è anche grazie a loro che Fiano si può considerare una città modello in tutto il territorio e per tutto ciò che offre. E penso che abbia ora bisogno di una continuità amministrativa ma formata da persone nuove per darle rilancio. Ma, e per per essere chiaro, non posso continuare a fare alcunché insieme a persone che mi hanno sfiduciato in maniera non consona e in modo così infame. Se la sua domanda è riprendere – per dar conto ad una vecchia politica fatta di” accomodamenti” e spartizioni – una alleanza con Ottorino Ferilli ed i suoi soci, le dico no. Se ho intenzione di allearmi con il centro destra, no. La mia idea è andare avanti se poi ci sono persone individui validi onesti e con competenze allora si, nella lista civica a cui penso c’è bisogno di loro e li esorterei a darmi-ci una mano, sia che provengano dal centrodestra che dal centrosinistra.
Lei vuole andare allo scontro da solo?
Non vado da solo… vado con tutti gli uomini e le donne che credono che la buona politica esiste e che può vincere
. Andrò insieme a tutti coloro che credono che la nostra città non sia né asservita né asservibile a logiche di potere patriarcale o clientelare di alcun tipo, che possano pensare di essere perpetrate nel tempo. Penso che anche le realtà produttive ed economiche del territorio possano e debbano aver capito, che un modello lineare nuovo di convergenze di mercato libero da gravami, pesi e balzelli politici, sia quello a cui aspirino per capacità e merito. Penso che a tutti i cittadini e le cittadine fianesi, agli imprenditori, ai lavoratori, alle associazioni non serva altro che una politica che si metta a servizio dei loro bisogni e delle loro aspirazioni e che insieme a loro costruisca il futuro della nostra comunità.


Nella foto: Ricordo del collegio femminile del Castello Orsini / Menotti 1953-1975

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