OSSIGENARE I POLMONI

Sin dai tempi antichi, l’uomo istintivamente e casualmente, ha imparato a combattere i suoi mali con le piante. Dapprima, le scoperte si evolvono in un contesto magico e divinatorio, in seguito, con il medioevo, gli arabi e i greci portano la cultura classica in occidente, e nei monasteri gli amanuensi trascrivono i codici antichi, custodendo minuziosamente le vecchie conoscenze, fino a farle arrivare a noi. Tra queste si annoverano quelle mediche-scientifiche… da Ippocrate (460-377 a.C. circa), che fu il primo a regolamentare la professione medica, e il suo famoso Giuramento viene adottato tutt’oggi dai nuovi laureandi; a Galeno (129-216 a.C.), in questo modo l’occidente adotta il “pensiero analogico” e “la diagnosi”.

Il medico di Marco Aurelio (Galeno) è considerato da molti il fondatore e padre della farmacologia greco-romana, da cui deriva l’etimologia della parola di uso corrente [“galenica”: preparazione dei farmaci] e, i suoi studi sono rimasti per secoli base di tutte le scienze mediche. Nei monasteri era presente un monaco “infermarius”, addetto alla cura dei malati, e a cui era affidato il Giardino dei Semplici: “HORTUS CONCLUSUS”, uno spazio recintato, diviso in due; una parte riservata all’orto e l’altra alle piante medicinali, quindi preparava nel suo laboratorio, sperimentando; pozioni, medicamenti, elisir, balsami, essenze, spezie e altro, per le cure dei confratelli, e per accogliere e assistere i pellegrini di passaggio e gli ammalati locali.

A questo punto sorge spontaneo chiedere: perché non ci aiutiamo anche noi, magari con una semplice passeggiata in un bosco per una migliore ossigenazione, o ancormeglio, in un bosco di conifere?! Indubbiamente è un supplemento in più per irrobustire i nostri polmoni! E se desideriamo spingerci oltre, approfondire l’uso di queste nostre amiche conifere, in particolare il pino silvestre e l’abete bianco, ancor più ricchi di principio attivo, dobbiamo fornirci delle loro piccole gemme e foglie (aghi) in primavera – raccogliendo anche le cime giovani – (la raccolta va fatta nei giorni di sole, in cui le piante non siano umide di pioggia: altrimenti le erbe formeranno la muffa!). Abbiate però l’accortezza di non spogliare l’albero, rispettando l’ambiente; prendetene piccole quantità per ogni singolo albero. Attenzione però, tutte le conifere hanno un azione curativa, ad eccezione del Tasso che è l’unico ad essere velenoso!

Tasso con bacche, l’unica conifera ad essere velenosa


Se desiderate respirare l’aria balsamica in casa invece, vi basterà far bollire in una pentola d’acqua gli aghi (a lungo), anche fino a consumare tutta l’acqua; il vapore sprigionerà i profumi del bosco e purificherà l’ambiente. Con questo metodo si possono fare anche dei suffumigi: coprendo la testa con un asciugamano e posizionando il viso poco sopra la pentola, respirate il vapore per 5 minuti circa… oltre che aprire i bronchi la pelle si detergerà aprendo i pori, dopodiché si può usare un detergente granulato per intensificare la pulizia del viso, risciacquando subito dopo con acqua fredda, in questo modo si richiuderanno i pori ripuliti, otterrete così una pelle luminosa e liscia. Le sue azioni (secondo il famoso erborista, Maurice Méssegué), in infuso o impacchi, sono consigliate per: i rachitici, gli anemici, i nevrastenici, risvegliare gli apatici, per le malattie urinarie e renali, e, non di meno, per le malattie invernali, quali: bronchiti, polmonite, asma, mal di gola…

Altri utilizzi pratici: (da M. Mességué)
Infuso:
per una tazza da 250 ml d’acqua utilizzare dai 4 ai 6 grammi di aghi (cime giovani), far bollire l’acqua, poi versarla nella tazza contenente le erbe e lasciare in infuso per 10 minuti (non allungare oltre l’infuso, perché avrebbe un effetto diverso e/o controproducente – è una regola che vale per qualsiasi erba), avendo la cautela di lasciare coperto l’infuso per non far perdere insieme al vapore le loro proprietà, infine filtrare il liquido e bere la tisana.
Per un uso esterno fare un decotto: in 1 litro d’acqua fredda, versare un abbondante manciata di gemme e aghi, far bollire per 10 minuti, poi filtrare. Servirà per fare delle frizioni, impacchi e lozioni sulle parte interessate. Se non avete la possibilità di raccogliere da voi, potete sempre andare in erboristeria!

RACCOMANDAZIONE: non interrompete mai la cura del proprio medico o del vostro erborista di fiducia; consultatevi sempre, prima di intraprendere una cura con le erbe, poiché si potrebbero ottenere spiacevoli interazioni con i medicinali, o potreste essere soggetti inconsapevolmente ad un’allergia. Tutte le cure alle erbe sono controindicate a donne in gravidanza, e che allattano, e ai bambini.

Alla prossima!

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